Il peeling è un trattamento di medicina estetica che si utilizza per migliorare l’aspetto della cute, ottenendo un effetto levigante e di ringiovanimento facciale. Il concetto di peeling, anche se non lo crediamo, è molto antico. Già gli antichi egizi lo utilizzavano. Nel Papiro di Ebers, un papiro di oltre 20 m, si trovano importanti studi su circa 900 piante e su miscele, oli e sali che utilizzavano per levigare la pelle. Le stesse nobildonne egizie, erano solite immergersi nel latte inacidito (un α-idrossiacido) per ottenere una pelle morbida e levigata.

Il primo vero impiego del peeling a scopo terapeutico lo dobbiamo al dermatologo tedesco Paul Gerson Unna che nel 1882 approfondì i suoi studi sull’acido salicilico (un ß-idrossiacido) descrivendone le alte proprietà desquamanti. Gli studi sugli α-idrossiacidi (acido glicolico, acido lattico ecc..) vengono approfonditi invece negli anni ’70 da Van Scott, Yu e Murad, dando inizio al peeling come lo conosciamo oggi giorno.

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Che cos’è il peeling?

La pelle è un organo dinamico. Ogni giorno, un numero infinito di cellule cheratinizzate viene eliminato dallo strato corneo, contemporaneamente a livello dello strato basale nascono nuove cellule che iniziano la loro risalita verso lo strato corneo. Il peeling chimico, dall’inglese “to peel” che significa pelare, serve ad accelerare il processo di rinnovamento e lo fa attraverso l’azione di un agente chimico che viene applicato sulla pelle.

Quindi il peeling si occupa principalmente di:

  • Stimolare la rigenerazione cellulare
  • Eliminare le cellule danneggiate
  • Attivare la produzione di elastina e collagene attraverso una reazione infiammatoria

A cosa serve?

In molti credono che il peeling sia solo un trattamento anti-age, ma in realtà aiuta a trattare diverse patologie ed inestetismi:

  • Cheratosi: un’alterazione patologica della pelle, causata da un disturbo dei processi di cheratinizzazione e caratterizzata da un ispessimento dello strato corneo.
  • Invecchiamento cutaneo: è il processo biologico ineluttabile di graduale declino e deterioramento della pelle, strettamente legato alla senescenza.
  • Cicatrici da acne: sono segni lasciati sulla pelle dalle lesioni infiammatorie tipiche di questa condizione.
  • Smagliature: sono vere e proprie cicatrici sulla pelle dovute a delle rotture delle fibre elastiche nello strato del derma.
  • Rosacea: è una malattia infiammatoria cronica della pelle che colpisce prevalentemente la parte centrale del viso.
  • Discromie: comunemente definite “macchie della pelle”, sono condizioni in cui aree della pelle più o meno estese dell’epidermide sono più chiare o più scure rispetto al resto della cute.
  • Acne: è una malattia del follicolo pilo-sebaceo, responsabile della comparsa di lesioni non infiammatorie e infiammatorie, più o meno gravi.
  • Dermatite seborroica: è una condizione comune d’infiammazione cronica della cute che interessa prevalentemente il cuoio capelluto e il volto.
  • Radiodermite: è una patologia della pelle che si manifesta quando si rimane a lungo esposti a radiazioni e si presenta sotto forma di semplice irritazione cutanea fino a raggiungere stadi più cronici.

Il peeling in queste situazioni permette di migliorare l’aspetto della pelle del viso rimovendo gli strati più superficiali dell’epidermide.

Tipi di peeling

Come abbiamo visto, il peeling, noto anche come esfoliazione chimica o dermoabrasione, agisce direttamente sull’area superficiale della pelle, pulendola in profondità, donandole elasticità e attenuando le rughe.

Attualmente vengono realizzati diversi tipi di peeling, a seconda dello scopo e del tipo di pelle di ogni persona.

Esistono diversi tipi di peeling:

  • Chimico, in cui si applicano acidi con diverse intensità.
  • Fisico, tramite laser.
  • Meccanico, eseguito con torni e spazzole.

Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di una sostanza chimica. Può accelerare l’esfoliazione naturale dello strato corneo, o creare necrosi e infiammazione dell’epidermide, del derma papillare o del derma reticolare.

Possiamo quindi classificare i peeling anche per l’intensità:

  • Superficiale: coinvolge solo l’epidermide, producendo pizzicore (durante pochi minuti) e, a volte, un leggero eritema o desquamazione.
  • Media profondità: produce edema intracellulare e la morte delle cellule superficiali della pelle ed eventualmente coinvolge il derma papillare (realizzato da un professionista estetico).
  • Profondo: molto invasivo, implica il derma reticolare medio (realizzato da un medico estetico).

La profondità del peeling dipende da diversi fattori, come ad esempio la sostanza utilizzata, il tipo di pelle del paziente, la tecnica di applicazione, eccetera. Considerando tutte le variabili, si può affermare che i peeling non possono essere classificati in modo categorico, giacché, anche usando la stessa sostanza, il risultato può variare.

Dove realizzarlo?

Questo trattamento, come abbiamo già visto, può avere diverse intensità e, dipendendo del tipo che si desidera, bisogna ricorrere a un professionista o un altro. Ad esempio un peeling meccanico può eseguirlo un’estetista, mentre che un peeling chimico deve essere sempre eseguito da un medico estetico e il peeling fisico può essere realizzato da un dermatologo.

In ogni caso il nostro consiglio è sempre questo: consulta un professionista prima di realizzare trattamenti che possano essere più o meno invasivi, e soprattutto, non fidarti mai dei rimedi casalinghi, che possono danneggiare la pelle e peggiorare la situazione. Non per nulla bisogna specializzarsi per poter lavorare in ognuno di questi ambiti!