Esistono diverse branche mediche che studiano la mente umana, ognuna di esse da un punto di vista differente. Una di queste specialità è la Psichiatria, che non si corrisponde affatto con la psicologia. Conosci di che si tratta? E che differenze ci sono tra le due specialità? Non temere, se ti interessa questo argomento però ancora non lo controlli, nell’articolo di oggi te lo spieghiamo bene! Inoltre puoi formarti con il nostro Master in Ausiliario di Psichiatria.

Psichiatria

La Psichiatria è la branca più giovane della medicina e ha come obiettivo lo studio, diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie mentali e di certi disturbi mentali della personalità e del comportamento. Inoltre, cerca di intervenire su certe variabili psicologiche considerate anormali.

Dal contesto psichiatrico, la anormalità è stata intesa come quei comportamenti che si distaccano dalla normalità, dalla via di mezzo, che sia per eccesso o per difetto. Nell’ambito medico la anormalità è stata identificata con la malattia mentale.

L’assistenza psichiatrica, in particolare, ha sperimentato grandi cambiamenti negli ultimi decenni. Per esempio, sono state create strutture intermedie che hanno messo al bando gli antichi manicomi, con l’intento di permettere una migliore integrazione della persona con disturbi mentali nella società.

Concetto di salute mentale

Per comprendere i concetti di psichiatri e psicologia, prima bisogna avere chiaro il concetto di salute mentale.

Fino a poco tempo fa c’è stata una concezione negativa della salute, considerata come lo stato di malattia, incapacità o invalidità. Da questa prospettiva, la salute e la malattia starebbero ai due estremi di un continuum. Nel polo negativo ci sarebbe la malattia, intesa come un’anomalia, momentanea o duratura, nei sistemi biofisici o psicologici. L’altra estremità rappresenterebbe la totale assenza di anomalie o alterazioni, cosicché gli individui possono situarsi in qualsiasi punto compreso tra queste due estremità per definire il proprio stato.

Però la salute implica molti più aspetti rispetto alla mera assenza di alterazioni fisiche e psicologiche, esige anche la presenza di certi fattori positivi orientati ad esempio al benessere, all’adattamento sociale, alla qualità della vita, al funzionamento quotidiano, allo sviluppo personale.

In questo contesto, la salute secondo la OMS può essere definita come lo stadio di completo benessere fisico, psichico, mentale e sociale e non solo come l’assenza di disturbi o malattie. 

Il benessere mentale è una componente fondamentale per la definizione di salute secondo l’OMS. La buona salute mentale rende possibile la materializzazione del potenziale della persona, gli fa superare lo stress normale della vita, gli permette di lavorare in maniera produttiva e di contribuire alla propria comunità.

Lo psichiatra

Lo psichiatra è il medico specialista che ha acquisito conoscenze teoriche e pratiche per la diagnosi e trattamento delle persone che soffrono di disturbi mentali.

Il profilo professionale dello psichiatra nella sanità attuale risponde ai seguenti fattori:

  • Un medico specialista integrato, così come il resto del personale medico, nel Sistema Sanitario e nella sua rete assistenziale.
  • Con formazione polivalente e interdisciplinare.
  • Capace di affrontare mansioni mediche, di programmazione e coordinazione dei team multidisciplinari.
  • Capace di coniugare i propri doveri medici con obiettivi legati alla promozione della salute, educazione sanitaria e valutazione dei risultati della sua azione.
  • Motivato ad aggiornare e approfondire le proprie conoscenze ed esperienze così come a trasferirle soprattutto agli esperti in formazione.
  • Guidato in ogni sua azione da una rigorosa etica professionale.

Gli ambiti di intervento dello specialista della psichiatria possono essere i seguenti:

  • Studiare, prevenire e agire sulle possibili cause biologiche, motivazioni psicologiche e condizionamenti socioculturali del disturbo mentale nelle sue molteplici forme.
  • Promuovere una visione integrale della malattia che includa non solo il disturbo mentale ma anche gli aspetti psichici che coincidono e affettano la patologia somatica.
  • Diffondere la sua attività oltre i doveri medici-assistenziali, incidendo sull’educazione alla salute, la prevenzione della patologia mentale e la riabilitazione e reinserimento sociale delle persone con disturbi mentali, nel quadro della Medicina comunitaria e degli obiettivi dell’OMS.
  • Promuovere l’interesse tra psichiatri per i problemi di pianificazione, gestione e amministrazione dei servizi psichiatrici e di salute mentale, così come per il perfezionamento del lavoro e la formazione di carattere multidisciplinare.
  • Contribuire a trovare soluzioni adeguate ai problemi di ordine giuridico-legale relazionati alla pratica psichiatrica e al comportamento delle persone con disturbi mentali.
Psichiatria e Psicologia

La differenza più importante e sostanziale tra le due professioni viene ad essere l’oggetto di studio e di intervento.

  • La Psichiatria si occupa di disturbi mentali a carico del sistema fisico dell’essere umano.
  • La Psicologia guarda agli aspetti emotivi e cognitivi del disturbo mentale.

Le conseguenze sul lato pratico sono decisive: lo Psichiatra richiede e valuta esami medici, prescrive farmaci e psicofarmaci. Lo Psicologo non prescrive farmaci, ma utilizza strumenti come il colloquio, i test, il sostegno empatico, ecc.

Lo Psichiatra, che è innanzi tutto un medico, ha un rapporto col paziente di tipo asimmetrico in cui il paziente è la parte dipendente in stato di necessità, mentre il medico ha il ruolo del professionista competente che sa, guida e dà prescrizioni. Lo Psicologo mira invece al rapporto tra “uguali” con il paziente, in cui sia presente innanzi tutto la fiducia, perché senza di essa nessun lavoro psicologico può essere portato avanti.

Lo Psichiatra tende a curare il disagio psichico andando a riequilibrare gli scompensi chimici che vengono a crearsi nel cervello di una persona sofferente. Interviene su questo scompenso sul piano fisico. Lo Psicologo è cosciente degli squilibri chimici ma preferisce correggerli con un’altra strategia. Si tratta di cercare di riattivare le risorse, la capacità di scelta, le emozioni positive del paziente in modo che stia meglio e sia in grado di riequilibrare da sé gli squilibri chimici del proprio cervello.

Le due professioni collaborano nel perseguire la salute di un dato paziente, a volte anche parallelamente, anche se in modo completamente diverso.